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Il Dito

Il Dito è la ragione, la mente che compie il gesto di mostrare qualcosa che ritiene essere importante. Qualcosa di così complesso, sfuggente, evanescente da dover essere indicato perché sia visto anche da chi non riesce - ancora - a metterlo a fuoco. Tutto quanto è essenziale per risanare un'umanità dolente non abita nel regno dell'invisibile. Non vive in luoghi occulti, anzi, fa piena e limpida mostra di sé, da sempre, come la Luna. Quel che davvero rende umano l'umano è in bella vista, ma non tutti si voltano a guardarlo.

Occorre perciò riscoprirlo, seguendo le tracce che pure lascia nella Storia. Il Dito, però, non è un indice giudicante, non si arroga il diritto di indicare la via della verità; è - piuttosto - il tentativo di mostrare una realtà, e con essa le pulsioni che abitano gli esseri umani, le forze che li animano, le mille sfaccettature che li rendono simili, specchi l'uno dell'altro. Che siano essi osservatori o osservati, singoli o collettività, individui in crisi o comunità al collasso, il Dito è la sintesi, il racconto filmico e narrativo che si esprime in immagini e parole per ritrovare il senso pieno di quei luoghi che chiamiamo "comuni". E se è così che li chiamiamo, è solo perché è proprio in quei luoghi che - prima o poi - arriviamo tutti, scoprendo che quel che c'era da sapere, lo conoscevamo già, solo ci eravamo impegnati a fondo per dimenticarlo.

La Luna

La Luna ci rivolge sempre la stessa faccia. Siamo costretti a un solo volto, che spesso ci appare in crescita come a volerci ricordare costantemente che viviamo un incessante processo di trasformazione. C'è chi la descrive come una concavità infinita, una bocca spalancata che contiene tutta la sete del mondo, ma forse rappresenta soltanto ciò a cui è giusto tendere, senza la pretesa di posarci il piede. La Luna è, da sempre, simbolo di ciò a cui l'essere umano aspira. Infiniti proverbi e modi di dire qualificano la Luna come oggetto impossibile, distante, eppure perfetto, completo, pieno. La Luna riceve, viene puntata, osservata, anelata, ma non rimanda luce propria. È necessario indicarla, illuminarla, e una miriade di dita puntate possono diventare Sole, possono arrivare a rischiararla: una miriade di dita può tutto. Nella luce che la Luna riceve c'è ogni cosa: il dolore, il sangue, la morte, le sconfitte, la felicità, i sorrisi, le vittorie. La Luna accoglie, assorbe e ritrasmette. Ciò che ritorna è necessariamente contaminato. Essa stessa arricchisce di sé quanto raccoglie. Così come ogni sguardo fa.

 

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